I difetti

Ognuno di noi ha dei difetti, alcuni sono così visibili che li possiamo dedurre anche noi, altri ce li dicono le persone che ci circondano e altri ancora non li scopriremo mai, però l’unica certezza è che nessuno al mondo ne può essere privo.

I difetti non sono sempre negativi, hanno invece un pregio enorme conservato al loro interno, una piccola postilla di cui si parla molto poco, “sono soggettivi”. La conseguenza di questa postilla si traduce nel fatto che non tutti trovino gli stessi difetti in noi o che ci possa addirittura essere qualcuno in grado di apprezzarli come fossero pregi.

I miei sono tanti e sinceramente non penso di volerli cambiare, magari limarli un pochino, ma sicuramente non eliminarli totalmente dal mio carattere e dalla mia persona perché con il tempo sto quasi imparando ad apprezzarli, a conviverci civilmente alternando il mio dottor Jekyll con il mio mister Hyde.

Il primo è un classicone, me lo ripetono tutti i miei parenti e tutti i professori da ormai un bel pezzo: “sono immaturo”. Sono immaturo perché rido sempre per tutto, perché sono iperattivo come un bambino di sei anni in eccesso di zuccheri e soprattutto perché odio gli “ambienti seri”, sembra quasi che io non riesca a modificare il mio atteggiamento in base a dove mi trovi, o almeno faccia grande fatica a farlo.

In poche parole a diciassette anni mi relaziono con il mondo esterno come se ne avessi cinque e fossi sul bruco mela, ovviamente tutto questo non può essere visto come un pregio e va sicuramente riadattato il più possibile a quello che la scuola ed i miei genitori mi chiedono.

L’enorme ma che sto tenendo sulla punta della lingua a riguardo è la gioia che questa infantile visione del mondo mi porta tutti i giorni, ridere fa bene e farlo spesso è fondamentale, poi certamente esistono luoghi e situazioni in cui non è concesso.

Il “non saper star fermo”, l’iperattività che caratterizza i bambini è inoltre un enorme vantaggio sugli altri quando mi ritrovo a fare qualcosa che amo e riesco ad incanalare in essa tutte quelle energie in più.

Seconda, ma non per importanza, troviamo la sincerità. Tu che stai leggendo ora ti chiederai come può la sincerità essere un difetto, come può dire effettivamente ciò che pensi diventare un problema nelle relazioni quotidiane con amici o addirittura estranei?

Amica n1: “Stefano questo top nuovo come mi sta?” Stefano:”Fa cagare, spero ti abbiano pagato loro per portarlo fuori dal negozio.”

Amica n2:”Stefano secondo te ho preso peso ultimamente?” Stefano:”Si decisamente, ma non è nulla di grave.”

Amico n1:”Stefano mi piace una ma…” Stefano:”Io ti voglio bene ma questa è fuori dalla tua portata, anni luce di distanza.”

Da questi brevi ma incisivi esempi si può capire come spesso i miei amici vorrebbero prendermi a pugni nelle gengive e come la sincerità costante sia un difetto enorme, per fortuna però esiste un enorme “ma” anche riguardo a questo punto della lista.

Il lato positivo, alla fine apprezzato anche dai pazzi che mi stanno accanto, è dato dalla capacità di dare un parere sincero, indipendentemente dalle circostanze, che può essere raro da trovare, soprattutto su argomenti più delicati. (il 90% delle volte però me la gioco per i pugni nelle gengive).

A seguire invece troviamo l’aspirazione alla mediocrità, che di lati positivi ne ha ben pochi e che mi porto dietro, soprattutto in ambito scolastico, da quando ho iniziato le elementari.

Aspirare alla mediocrità vuol dire fare sempre il minimo indispensabile, non essere interessato a spiccare o a cercare la lode, ma accontentarsi sempre del risultato minimo, o anche qualcosa di meno, pur di non dover faticare troppo.

Questo difetto è il preferito di mamma e papà che da anni cercano di spingermi emotivamente e di invogliarmi a cercare sempre l’eccellenza, ma io con gli eccellenti non mi ci trovo ed il percorso che ti porta sulla vetta è costellato di sacrifici.

Io ad essere sincero mi trovo molto meglio tra quelli “bravi che non si applicano”, quelli che il libri li aprono quando sono costretti perché come canta Ernia: “il casino prima si fa e poi si rimedia”.

Purtroppo però questa mentalità, che tanta tranquillità mi dona, dovrò cambiarla il prima possibile. Come sto imparando nell’ultimo anno :”nella vita chi fa il minimo ottiene il minimo ed il minimo, a conti fatti, fa un po’ schifo”.

Potrei continuare ed elencare altri difetti che mi caratterizzano, anche perché fidatevi che ce ne sono moltissimi, ma il senso rimarrebbe sempre e solo uno.

Dobbiamo, crescendo, trovare un equilibrio tra il limare, modellare e nascondere i nostri difetti e tra lo sfruttarli e renderli pregi, perché i nostri difetti ci caratterizzano forse più dei pregi stessi e perché per quanto possa sembrare strano ci sarà sempre qualcuno che li apprezza.

Proprio per questo voglio ringraziare quei deficienti che mi vogliono bene e che, giorno dopo giorno, mi sopportano e mi supportano, nonostante le mie mille pecche, la mia completa mancanza di zelo o eleganza e il mio estenuante modo di fare.

“Coltiva i tuoi difetti, che probabilmente sono la parte di te più interessante.” -Vicente Huidobro-

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