Morire

Morire non mi spaventa. Lo so, sto facendo un’affermazione fortissima per un diciassettenne che della vita ne sa quanto Enzo Miccio ne sa di calcio, ma io questa paura della morte non l’ho mai capita.

Non credo nel paradiso o nell’inferno, non credo esista un grande dopo, non credo nell’elevazione dell’anima o nella reincarnazione, eppure non mi spaventa l’idea che prima o poi me ne andrò anche io. Con questo non sto dicendo di volere morire eh, (virtuale gesto simbolico per cacciare la iella), ma semplicemente posso affermare di sentirmi rassicurato dalla certezza che prima o poi smetterò di esistere.

L’idea che, alla fine dei giochi, dopo il triplice fischio, non dovrò assistere ai danni o ai miglioramenti che ho effettuato sul mondo mi permette di vivere con più leggerezza. (se stai leggendo Enzo il triplice fischio è il gesto con cui l’arbitro dichiara la fine della partita). Guardavo giusto ieri la meravigliosa serie di Zerocalcare su Netflix e sono rimasto profondamente colpito da una metafora che viene fatta. Ognuno di noi è un filo d’erba in un immenso prato e, non importa quanto ci si possa sforzare, prima o poi verremo dimenticati, senza aver cambiato nulla nell’infinita storia dell’universo.

Ma non è pazzesco? Non è meraviglioso vivere questa microscopica parentesi, che sarà sempre e solo nostra, senza dover affrontare il giudizio di qualcuno? L’idea di poter diventare tutto ciò che ti pare, di non dover fare i conti con nessun limite, se non quelli che tu stesso decidi di importi, non dovrebbe rassicurare? Il vuoto che segue è solo la scritta “the end” dopo un meraviglioso lieto fine, la vita è una ed è proprio questo che la rende unica.

Con questo non sto consigliando a quei pochi pazzi che mi leggono di vivere una vita all’insegna dell’anarchia perché tanto le conseguenze non vi raggiungeranno mai, ma sto solo dicendo che io non voglio vivere in funzione del dopo.

Sto decidendo di fare del bene per il gusto di farlo, non con lo scopo di avanzare di tre caselle nel gioco dell’oca per il paradiso, sto decidendo di gustarmi ogni secondo di quello che ho ora e non attendere passivamente la propria sorte. (cosa che facciamo un po’ tutti, me compreso).

Sto scegliendo di fare tutte le esperienze che la vita mi proporrà, affamato di novità, conoscenza, passione, sto scegliendo di diventare padrone del mio destino.

Carpe diem.

2 pensieri su “Morire

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